Harry e Meghan, i 5 anni che hanno scosso il Regno Unito
Pensieri in libertà sui Duchi del Sussex e sulla rivoluzione che rappresentano per la monarchia. Anche da Los Angeles, da dove continuano a dettare l'agenda alla Famiglia Reale.
#19/2023
Domani i Duchi del Sussex celebrano 5 anni di matrimonio e questo numero della newsletter è dedicato a loro e alla Famiglia Reale britannica.
Un'overdose di Windsor, con punti di vista diversi da quelli raccontati dai media e che spero possano esservi utili.
Buona lettura!
Harry e Meghan, i 5 anni che hanno scosso la monarchia britannica
Era il 19 maggio 2018 e Meghan Markle, statunitense, mulatta, divorziata, attrice, percorreva da sola la navata della Saint George's Chapel, a Windsor, per andare a sposare il principe Harry, che l'aspettava sull'altare. Sono passati cinque anni. I cinque anni che hanno scosso la monarchia britannica.
Harry e Meghan, una coppia royal diversa
Che Harry e Meghan sarebbero stati una coppia royal poco convenzionale si è capito sin dalle nozze, con la presenza di un coro gospel, mai visto prima sotto le volte gotiche della Cappella per una cerimonia nuziale. Un messaggio inclusivo e multiculturale, che è stato poi una costante dei principi, a Londra e a Los Angeles.
Meghan, la concretezza americana
Meghan Markle è entrata nella Famiglia Reale a 36 anni, con una carriera di attrice di successo e un patrimonio personale di 4-5 milioni di dollari, accumulato grazie alla sua professione, al suo blog di life-style The Tig e ai suoi investimenti. Soprattutto, è arrivata con molte idee e ha realizzato bei progetti per raccogliere fondi per diverse associazioni. Da Together, il libro di ricette per finanziare l'Hubb Community Kitchen, ai vestiti per i colloqui di lavoro delle donne disoccupate realizzati con Smart Works. La concretezza americana e l'uso della popolarità al servizio degli altri. Ha conquistato cuori con le sue iniziative e i suoi outfit. I suoi chignon finto disordinati, i suoi scolli a barchetta, le lunghezze midi, i tailleur pantaloni sono diventati in poco tempo tendenze di moda e hanno dimostrato che si può convivere con una cognata icona di stile come Kate Middleton senza esserne schiacciate e mantenendo la propria personalità.
Il rifiuto a essere subalterna
Due episodi spiegano come Meghan sia stata una donna fuori dagli standard della Casa Reale, entrambi raccontati in Spare, l'autobiografia del principe Harry. In una discussione, William punta il dito verso la cognata e lei, calma, lo invita ad abbassarlo (e lui lo abbassa). In un'altra discussione, con Harry, non ancora sposati, lui reagisce violentemente e se ne va; quando si calmano, lei gli dice che non è disposta a farsi trattare in quel modo da nessuno, quindi o lui chiede aiuto o finisce lì (e lui chiede aiuto). Il punto che ci interessa è che Meghan si è comportata come dovrebbero fare tutte le donne contemporanee, consapevoli della propria dignità e del rispetto loro dovuto. Nessuna istituzione può chiedere a una donna di essere subalterna e di rinunciare alla propria personalità, altrimenti è ingiusta, antiquata e inadeguata ai tempi.
Coerenza e libertà di California
Negli USA Harry e Meghan hanno iniziato a lavorare per le cause a cui tengono, mantenendo la barra dritta su diritti e inclusione. Lei si è dedicata ai temi che ama di più, il femminismo e le minoranze, rivelandosi anche un'abile investitrice in piccole imprese femminili. Lui ha puntato sulla salute mentale e sull'ambiente, realizzando documentari con Oprah Winfrey, consolidando il successo della sua piattaforma di turismo sostenibile Travalyst e impegnandosi in BetterUp, start-up per il benessere nei luoghi del lavoro. Per il principe è stata una svolta, elogiata da chi lavora con lui. Oprah ha dichiarato di 'odiarlo', perché pensava di avere un'etica del lavoro imbattibile, "poi ho conosciuto Harry, che quando arrivo è già qui e quando me ne vado è ancora qui!" Quando idee, entusiasmo e passione incontrano la libertà di agire senza limiti imposti da altri.
Un rapporto paritario
In Harry e Meghan, il documentario realizzato per Netflix, i Duchi hanno dimostrato quanto siano una squadra e quanto si sostengano l'un l'altro nelle scelte che compiono come individui. Dialogano e non temono di vedere l'altro brillare, in questo aiutati non solo dalla cultura femminista di lei, ma anche dal fatto che lui non ha memoria delle gelosie di Carlo per la popolarità di Diana. Meghan lo accompagna agli Invictus Games o gli regge divertita l'ombrello mentre lui tiene un discorso sotto la pioggia. Harry l'accompagna alle cerimonie in cui la premiano, felice di essere l'uomo che è al suo fianco. E forse bisognerebbe iniziare a guardare con altri occhi, questi uomini che non temono di avere accanto donne carismatiche, brillanti e intelligenti. Non solo Harry, ma anche Willem Alexander, orgoglioso della personalità prorompente di Máxima, o Felipe, che sorride vicino alla volitiva Letizia. Il patriarcato li descrive deboli, perché i pantaloni in casa deve portarli l'uomo e per la donna non è prevista altra arte che il letto per affermare le proprie ragioni. Preferisco invece sottolineare la loro sicurezza, nello scegliere donne che non abbassano il capo e che li mettono in discussione, spingendoli ad ascoltare altri punti di vista. Ce ne fossero di più di uomini così, in giro per il mondo.
La lotta contro i tabloid, una missione di vita
Dalla California, il Duca del Sussex segue un delle missioni che si è dato, il rinnovamento del sistema mediatico britannico. Lo fa come vittima di intercettazioni illegali insieme a numerosi altri volti famosi, ma anche nel nome della madre Diana, la cui morte attribuisce ai paparazzi. La sua battaglia è entrata nel vivo in queste settimane e ha costretto il Gruppo MGN, che pubblica tabloid come il Daily Mail, il più diffuso di tutti, il Sunday Mail e il Mail Express, a riconoscere di aver usato intercettazioni illecite e che il principe ha diritto a un risarcimento. Pare che la Casa Reale sia in imbarazzo perché Harry sarà il primo Windsor a sedere sul banco dei testimoni dal 1890, ma non è solo questo. Andrew Green, avvocato del Gruppo MGN, ha affermato che alcuni degli articoli su Harry portati in Tribunale si baserebbero su "informazioni divulgate da o per conto della Casa Reale o da membri della Famiglia Reale". E questo sì, potrebbe essere imbarazzante.
Intanto, sui profili social che si ribellano (finalmente) alla narrazione ufficiale si sottolinea che se Harry vincerà la sua battaglia contro i tabloid, avrà dato giustizia a chi, meno privilegiato di lui, non ha la forza necessaria per opporsi alla furia di un sistema mediatico così violento.
Frase della settimana
"Non è mai troppo tardi per iniziare a essere visionari della nostra stessa vita"
Meghan, Duchessa del Sussex, al ritirare il premio Women of Vision
Michela Murgia e le conseguenze del bullismo sulle vittime
Nell'articolo precedente ho saltato tutta la parte della caduta di Harry e Meghan, dall'autunno del 2018, quando i media britannici hanno iniziato a sentenziare che qualunque cosa facessero fosse sbagliata e avesse come unico scopo mettere in ombra gli altri membri della Casa Reale. Perché ripeterla se la conosciamo? Riporto solo alcuni passaggi di un articolo scritto da Michela Murgia per Il Post, dopo essere stata vittima di bullismo mediatico a causa di alcune dichiarazioni sulla gestione del covid.
"(…) Il sonno e l’appetito sparirono contestualmente, e i pochi pasti che riuscii a consumare da quel momento in poi li rimettevo subito dopo. Nelle prime settimane dalla shit storm persi sei chili, ma nei quattro mesi successivi sarei arrivata a perderne involontariamente quindici, circondata da persone così condizionate dai canoni estetici correnti da ripetermi di continuo che stavo “in forma come mai prima”, mentre io perdevo i capelli e dovevo prendere farmaci per integrare quello che non riuscivo più ad assumere col cibo.(...) Cominciai ad avere paura di andare nei luoghi pubblici per timore di essere avvicinata da sconosciutə di cui non potevo prevedere le intenzioni. Le limitazioni dei lockdown mi furono buon alibi per diradare la presenza pubblica, ma i disturbi dell’umore non smisero neanche in casa. Piangevo per ore senza motivo apparente, coltivavo pensieri di morte ed erano più i giorni in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto che quelli in cui lo facevo.(...)".
Quando l'ho letto ho pensato a Meghan Markle, agli attacchi dei tabloid e dei social, che proseguono imperterriti da quattro anni, e alle sue idee di suicidio, raccontate nel documentario Harry e Meghan di Netflix. E ho concluso che Meghan è stata molto fortunata ad avere con sé un uomo coraggioso come Harry, che è stato al suo fianco, l'ha difesa e l'ha portata via. Rispondendo poi attraverso interviste, documentario e libro a tutto il letame che è stato riversato contro di loro. Ha sputato nel piatto in cui ha mangiato! lamentano scandalizzati quelli che dimenticano. No, scusate, ha rifiutato di mangiare nel piatto in cui hanno sputato tutti ed era nel suo pieno diritto.
Qui trovate pensieri in libertà su questi cinque anni di Harry e Meghan e sulle conseguenze nella Famiglia Reale britannica. Sono appunti sparsi, senza conclusioni, osservazioni su dinamiche notate, che non so dove porteranno e che però i media non segnalano. Era da un po' che volevo condividerli e credo che questo sia il numero giusto. Come scrivevo nell'introduzione, spero vi siano utili.
Carlo il buono, William il furioso
C'è una narrazione che si sta silenziosamente imponendo e la cui portata potrebbe avere sviluppi da non perdere di vista.
Nelle settimane precedenti all'incoronazione di re Carlo III, i media britannici hanno tenuto molto a farci sapere che il sovrano ha lavorato alacremente per avere il figlio minore nell'Abbazia di Westminster e che era disposto a fare i passi necessari per la riconciliazione, cosa che invece si è rifiutato di fare il principe William. Del resto, perché Harry era seduto in terza fila, pur essendo il figlio del re e quinto in linea di successione? Lasciate perdere i working royal, ossessione reale negli ultimi anni: in prima fila c'erano i figli della regina, che non risultano essere né reali né in linea di successione. I media hanno riportato che William non vuole vedere il fratello neanche dipinto e meno lo voleva con lui in prima fila all'incoronazione del padre.
E fate attenzione a questa narrazione: Carlo è conciliatore, indulgente, paterno, disposto a dialogare con il secondogenito, pur di averlo accanto, William è furioso, rabbioso, intollerante, poco incline all'ascolto delle altrui ragioni, caratteristiche non proprio adatte a un buon re. William è anche iracondo, tanto che persino il padre teme i suoi attacchi di rabbia e cerca di evitarli il più possibile. Si sta creando per il principe ereditario un'immagine tanto tenebrosa quanto è rassicurante quella del padre.
L'ultimo attacco è del Daily Mail, che si chiede se il video con cui i Principi del Galles hanno raccontato sui social la loro presenza all'incoronazione non sia un po' troppo auto-celebrativo, dato che non c'è neanche un'immagine dei sovrani. A Catherine sono state mosse le stesse critiche per il video sulla sua presenza all'Eurovision, senza far vedere neanche un'immagine di Liverpool e della sua arena. Non è che i Principi sono solo in cerca di pubblicità e visibilità? stanno iniziando a proporre i tabloid ai propri lettori.
Perché da qualche mese (febbraio), gira anche questa trama B? Da non dimenticare che su William pende anche, come una spada di Damocle, la presunta relazione clandestina con Rose Hanbury, fatta sparire velocemente dai tabloid, ma pronta a tornare in prima pagina, se necessario.
La meghanizzazione di Catherine
Abbracci, sorrisi, selfie sono stati il primo campanello d'allarme, poi sono arrivati i vestiti e i tailleur simili, le onde e le pettinature copiate. Fino all'apoteosi di Eurovision, dopo la quale mi sono arrivate decine di segnalazioni su quanto l'outfit di Catherine fosse copiato a Meghan Markle. Ammetto di aver notato solo l'effetto wow della sua apparizione, che esplicitava il sostegno della Famiglia Reale all'Ucraina invasa.
Che succede? Facile, i Principi del Galles si stanno facendo dettare l'agenda dai Duchi del Sussex da mesi, indispettiti dalle loro affermazioni e impegnati a smentirle puntualmente. E no, non ha senso: William e Catherine sono gli eredi al trono, Harry e Meghan no. I Principi Galles devono conquistarsi la credibilità per regnare, i Duchi del Sussex sono fuori gioco. Non c'è confronto possibile, visti i diversi ruoli, e chi lo cerca ha perso in partenza. I guru della comunicazione di Kensington Palace dovrebbero averlo chiaro, puntando sulle inclinazioni personali degli eredi al trono, invece no.
All'improvviso abbiamo visto William sorridere a chiunque, fare espressioni enfatiche, stringere mani con calore e farsi selfie (deve anche togliersi di dosso l'immagine iraconda di cui all'articolo precedente). Non parliamo di Catherine, che si è messa pure ad abbracciare atlete e vecchi prof capitati casualmente tra la folla e a rispondere a telefonate di fans d'Oltreoceano e a confermare che yes, it's me. Tutto per smentire Harry e Meghan, che li avevano raccontati freddi e distanti, e per dimostrare quanto siano caldi, affettuosi ed empatici (e occhio, non è un obbligo esserlo!). Quando i Duchi del Sussex si comportavano così, i tabloid storcevano il naso indignati, parlando di fantasiosi protocolli non rispettati. Adesso tutti muti, pure quelli che contrapponevano la regalità della futura regina, distante dalle folle, alla mancanza di classe della cognata, che si faceva selfie con chiunque
Poi Catherine ha iniziato a ispirarsi a Meghan nell'abbigliamento. Non si contano i tailleur pantaloni, i cappottini o i vestiti uguali o molto simili a quelli della cognata. L'esempio più clamoroso, poco prima dell'incoronazione, quando la Principessa ha usato un paio di scarpe di Aquazzurra uguali a quelle molto viste su Meghan negli anni londinesi. E qui è successa una cosa molto interessante. Il Daily Mail ha fatto un titolo per sottolineare come Kate avesse usato le scarpe preferite di Meghan. Il giorno dopo Rose Hanbury, presunta amante di William, ha indossato lo stesso modello e il Daily Mail lo ha notato parlando delle scarpe "di Kate". Nel passaggio è sparita Meghan.
Ma cosa significa la sparizione di Meghan? Significa che andavano bene i tailleur, i cappottini, i baci, gli abbracci e i selfie, dal momento che la Principessa del Galles sta seguendo quella strada ed è molto elogiata. Il problema era chi li ha introdotti, la Duchessa del Sussex, una statunitense, divorziata, mulatta e attrice. Questa interpretazione non è mia, è di un profilo di Instagram gestito da una donna britannica nera. E dimostra come la sensibilità delle minoranze britanniche sia diversa e non vada sottovalutata nella costruzione dell'immagine dei futuri sovrani. Non è la sensibilità di chi, come direbbe re Harald di Norvegia, non ha mai subito il razzismo e dunque non ne ha la minima idea.
Ma perché Catherine si presta a essere meghanizzata? Io non lo so. Scopriremo anche questo vivendo. Io vedo solo una donna che ha sacrificato tutto all'idea di diventare regina: non ha mai fatto capire cosa pensa, a cosa aspira, cosa le dia soddisfazione e cosa la inquieta, pirandelliana protagonista di un Come tu mi vuoi in salsa regale. Voi vi fidereste di una donna che non mostra chi è e si adatta a quanto le chiedono, senza mai rivelarsi? Ecco.
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