Juan Carlos I, un re sotto ricatto
Foto e audio pubblicati dai media spagnoli rivelano come la disordinata vita extraconiugale abbia esposto re Juan Carlos ai ricatti. E mettono in dubbio la sua versione sul fallito golpe del 1981.
#36/2024
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Questa settimana il protagonista è re Juan Carlos I di Spagna. Le fotografie pubblicate da un magazine nederlandese hanno rivelato il legame extraconiugale con Bárbara Rey. Poi sono arrivati gli audio che svelano la sua pericolosa imprudenza.
Buona lettura!
Re Juan Carlos, ricattato per trent’anni
Chi avrebbe detto che un figlio arrabbiato con la madre avrebbe dato il colpo di grazia all'immagine di re Juan Carlos I di Spagna, aprendo un vaso di Pandora che arriva fino al 23 febbraio 1981, il giorno del fallito colpo di Stato del colonnello Antonio Tejero.
A settembre il magazine nederlandese Privè ha pubblicato alcune foto risalenti a una trentina di anni fa, in cui si vede re Juan Carlos baciare Bárbara Rey, sua amante negli anni Settanta e poi nei Novanta (in mezzo il matrimonio di lei con l'artista circense Ángel Cristo, padre dei suoi figli Ángel jr e Sofía). Foto che confermano un segreto di Pulcinella: sono anni che Bárbara Rey, soubrette, attrice e vedette, racconta in tutte le tv che ha rapporti con una mai specificata alta carica dello Stato e che se solo parlasse. E dimostrano anche come abbia tenuto Juan Carlos sotto scacco per decenni: oltre alle foto, infatti ci sono audio delle conversazioni e video intimi.
Dopo anni di silenzio, i giornalisti spagnoli si sentono adesso liberi di parlare delle scappatelle del re con numerose famose, non solo spagnole. Nella lista pare infatti ci sia anche Raffaella Carrà. Lo hanno rivelato in un magazine tv di TeleCinco, la giornalista Pilar Eyre e il direttore di Lecturas Luis Pliego. "L'ho saputo da una collega. Sappiamo che il re mandava messaggi con il suo discorso di Natale, per esempio, quando Bárbara gli ha regalato un Rolex lo ha indossato affinché lei sapesse che la stava pensando. Questa mia collega stava guardando il discorso con Raffaella, il re indossava una cravatta gialla di Hermes e Raffaella le dice: 'Quella cravatta gliel'ho regalata io'". Eyre ha quindi indagato: "Abbiamo scoperto che si incontravano in un ristorante italiano molto conosciuto a Madrid. I servizi segreti avevano nei pressi un appartamento e si vedevano anche lì". E Pliego ha aggiunto: "Andavano anche all'Eurobuilding, in un appartamento che aveva Raffaella, ma frequentavano anche il palco del Real Madrid". E questo è il meno, al di là del colore.
Alcuni siti web hanno pubblicato le conversazioni tra Juan Carlos e Bárbara e si è scoperto che il re le confidava anche segreti familiari, tipo se i figli erano innamorati o quale era lo stato della relazione con la regina Sofia. Alla moglie riserva probabilmente le parole più sincere che abbia mai pronunciato. Suonano maschiliste, ma sono il suo sentire. Così ammette che non è stato un matrimonio d'amore: "Non direi… mentirei se dicessi che mi hanno obbligato a sposarmi, sarebbe una bugia, no? Perché un po' innamorato dovevo essere per sposarmi. Be', credo fosse il matrimonio che mi conveniva, ma… dentro di me ci ho pensato" dice. E ancora: "Guarda, sarà un discorso da egoista, ma lei mi va benissimo: esercita perfettamente il suo ruolo ed è tranquilla, non va con altri". Un'idea maschilista come poche, considerato che lui ne stava discutendo con l'amante. Ma queste sono le confidenze 'innocue'. Ce ne sono altre molto più dannose per la sua immagine e persino per il suo ruolo nella storia spagnola.
"Parola d'onore che rido, tesoro, di Alfonso Armada. Ha passato sette anni in carcere e se n'è andato poi nella sua proprietà in Galizia, senza mai dire una parola. Mai! Invece quest'altro sta rivelando…" dice il re in un audio pubblicato da Ok Diario. Alfonso Armada fu una delle menti del tentato golpe del 1981, l'altro, che stava parlando troppo, era Sabino Fernández Campo, il responsabile della Casa del Re, che Juan Carlos sopportava sempre meno, dato che ne controllava movimenti e comportamenti (fu lui a dirgli che se non voleva finire nudo sulle riviste doveva semplicemente evitare di apparire nudo in barca). Cosa ha taciuto Armada? È l'inevitabile domanda.
Ed ecco cosa scrive El País: "Il generale, precettore militare di Juan Carlos de Borbón e segretario della sua Casa per 12 anni, ebbe un incontro con il Re nella stazione sciistica di Baqueira Beret, il 6 febbraio 1981; e fu ricevuto nuovamente in una lunga udienza solitaria, nel Palazzo della Zarzuela, il 13, appena dieci giorni prima dell'assalto di Tejero al Congresso. Nelle sue memorie, Se levanta la sesión (La seduta è tolta), l’ex presidente del Congresso José Bono trascrive la confidenza che il loquace Sabino gli fece nel marzo 2009: 'Il re pianse il 23 febbraio quando sentì degli spari al Congresso e mi disse che non si aspettava che sparassero. Non si aspettava degli spari, ma si aspettava qualcosa? Penso che si aspettasse qualcosa di conforme alla legge, perché Alfonso Armada gli aveva portato lo scritto di un famoso professore di diritto costituzionale che proponeva che il re si presentasse personalmente al Congresso dei Deputati e, dopo un discorso in cui metteva in luce la brutta situazione della Spagna, proponesse un governo presieduto da un indipendente, presumibilmente Armada. Ma al re non piaceva l'idea di essere lui a comparire davanti al Congresso. Lo avevo avvertito che era una proposta contraria alla Costituzione. Meno male che c'ero io!' Parola di Sabino, secondo Bono. Tra i principali protagonisti di 23-F, il re emerito, allora Capo dello Stato, è l'unico a non aver ancora dato la sua versione". Ritorna d'attualità il vecchio dubbio: quanto Juan Carlos fu davvero coinvolto nel tentativo di golpe? Fu la Zarzuela complice dei golpisti, magari pure mandante, o il re fu davvero il salvatore della democrazia?
E, d'altra parte, c'è la conferma del ricatto pluridecennale di cui il sovrano è stato vittima e che hanno pagato i contribuenti spagnoli. Bárbara Rey ha infatti usato foto, video e audio per ricevere ingenti somme di denaro. Il primo ricatto, nel 1994, le permette di ottenere 25 milioni di pesetas, circa 150mila euro, provenienti dalla fortuna del sovrano. Poco più di un anno dopo torna alla carica. I duri negoziati portano a un accordo definitivo: 600 milioni di pesetas, circa 3,6 milioni di euro, divisi in diversi assegni per un totale da 50 milioni di pesetas all'anno. "Quando il nuovo presidente José María Aznar viene a sapere del ricatto, si infuria e questa è una delle ragioni della sua cattiva relazione con il re" scrive ancora El País "Ma il calendario dei pagamenti viene rispettato, almeno fino al 2000, con denaro proveniente dai fondi riservati del Ministero delle Difesa o dello stesso CNI [i servizi segreti spagnoli]; poi si fa una colletta tra imprese, la maggior parte pubbliche, anche se sono sempre i servizi segreti a incaricarsi della consegna. Nell'estate del 2004, dopo le nozze degli allora Principi delle Asturie, un momento particolarmente critico per la Casa Reale, e dopo il sospetto che l'intermediario stesse trattenendo parte del denaro raccolto, il Governo di José Luis Rodríguez Zapatero chiude il rubinetto. Alla Zarzuela trattengono il respiro, aspettando la reazione di Bárbara Rey. Ma non succede niente. Fino al mese scorso".
Il materiale nelle mani di Bárbara è sempre stato un grattacapo per il re e per i servizi segreti spagnoli. E adesso un figlio vendicativo ha messo nei guai la madre, aprendo questo vaso di Pandora che lascia tante domande irrisolte. Un Capo dello Stato ricattabile, a causa della sua disordinata vita privata, una donna che conosce delicati segreti di Stato, a causa dell'imprudenza del suo amante, un Re forse coinvolto nell'ultimo tentativo di rovesciare la democrazia spagnola. Juan Carlos vittima dei suoi istinti e del suo senso di impunità e che ancora adesso, dicono fonti a lui vicine, "è tranquillo perché non ha fatto niente di male".
Pillolette
Dopo il divorzio dal principe Nikolaos di Grecia, Tatiana Blatnik ha scelto di rimanere a vivere nel Paese ellenico e di continuare a lavorare ai progetti che la interessano, tra questi la salute mentale. Ha appena lanciato una campagna di sensibilizzazione attraverso la sua associazione, Breathe Hellas, per spingere le persone che hanno bisogno di aiuto a chiederlo senza vergogna. Ne ha parlato nella prima intervista concessa dopo il divorzio, alla rivista greca BHMagazino e ha anche spiegato perché è rimasta a vivere in Grecia: "Mi sento davvero a casa qui. Questo paese mi ha accolto dal momento in cui sono arrivata e ne sono incredibilmente grata. Ho vissuto in Grecia più a lungo che in qualsiasi altro posto. Anche la mia famiglia sta bene qui e mio fratello Boris ha avviato alcune attività".
Non ha resistito alla tentazione e anche Benedikte Thoustrup, la ragazza del conte Nikolai de Monpezat, alias Nikolai di Danimarca, ha rilasciato un'intervista patinata per raccontarci la sua idea su moda e tendenze. Così ha spiegato a Hola cosa non manca nel suo guardaroba, com'è stato sfilare durante la Copenaghen Fashion Week, ha dato un consiglio interessante circa l'uso del vintage ("Vendo su Internet i vestiti che non indosso più e consiglio di noleggiare i vestiti per i matrimoni"). Ed è poi passata al pezzo forte: il rapporto con Nikolai: "La nostra storia è iniziata a scuola, per il primo anno e mezzo siamo stati solo amici. Verso la fine del nostro secondo anno, mi invitò a fare un giro alla stazione di servizio locale, che era il modo in cui chiedevi a qualcuno di uscire nel nostro collegio".
Se amate Lorenzo Caprile e siete a Madrid nei prossimi mesi, non perdetevi la mostra organizzata nella sala Canal de Isabel II, per i 30 anni di attività del famoso sarto. Saranno esposti alcuni dei suoi vestiti più celebri, compresi i due abiti indossati dalla regina Letizia al matrimonio di Frederik e Mary di Danimarca, il vestito da sposa dell'Infanta Cristina e il magnifico vestito indossato dall'Infanta Elena al matrimonio di Victoria e Daniel di Svezia, fucsia e di ispirazione taurina. Elena, Cristina e Letizia, insieme per il sarto che le ha rese icone della moda spagnola. "Uno dei prestatori più generosi è stata la Casa Reale. La regina Letizia ha prestato otto abiti e altrettanti le Infante. La regina non ha posto alcun ostacolo, al contrario" hanno detto i curatori a Vanitatis. Che facciano pace, Letizia e Caprile!
L'intervista
La regina Máxima dei Paesi Bassi ha rilasciato un'intervista esclusiva a Hola, in cui racconta il suo lavoro per l'ONU e l'importanza che riveste per lei e per le persone che adesso beneficiano dell'inclusione finanziaria. Grazie al suo lavoro, assicura, sono state cambiate e aggiornate leggi e oggi è più facile per molti settori generalmente esclusi, accedere a piccoli finanziamenti. Parla anche della sua famiglia, degli scambi di consigli con Amalia, che le fa molte domande (ci sono passaggi in cui il Capo dello Stato che "forma" l'erede sia lei e non il padre, re Willem Alexander), e del lavoro che la tiene spesso lontana da casa e che spera sia un esempio per le figlie. "Il mio cuore di madre si è sempre spezzato un po'. Ma loro hanno anche avuto una madre come esempio. Una madre che ha sempre lavorato e dato tutto. Spero che loro facciano lo stesso" dice. Per leggere l'intervista, in spagnolo (ma tasto destro del mouse e "Traduci in italiano" permettono la traduzione automatica in italiano), cliccate l'immagine.
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Che dire di Juan Carlos? Sapevo fosse spregiudicato, pensavo più di quanto fosse noto, ma non anche così imbecille (perdonami il termine, ma non ne trovo uno più edulcorato). Un'idiozia che probabilmente deriva dal senso di impunità e dal delirio di onnipotenza che deve aver sempre provato, ma che si è spinta fino a essere un vero e proprio pericolo non solo per la Spagna, di cui gli frega poco mi sa, ma anche per il trono stesso del figlio. Che immagine impietosa, di un uomo tutto sommato sciocchino, per cui l'unica cosa che conta è il denaro. Simpatico che non ce l'abbia rimesso neanche lui ma gli spagnoli... immagino anche le conversazioni tra primi ministri, servizi segreti e chi più ne ha più ne metta per recuperare fondi per pagare il silenzio delle amanti del re, tutte scelte con il parametro della discrezione e della riservatezza. E poi il problema della monarchia spagnola è Letizia, certo...
Maxima è l'altra che, con le dovute differenze, mi fa pensare "beh, che dire?". Che abbia competenze in materia finanziaria non lo discuto, si vede anche che è appassionata, che le usi per far del bene neanche, ma che parli con legislatori e policy maker, essendo regina consorte, lo trovo assurdo. Contenti loro, soprattutto Willem Alexander, contenti tutti.
Quanto apprezzo Tatiana, che continua a dimostrare che la Grecia non è stata una scelta di comodo, ma una decisione consapevole!
Buongiorno, che inizio di mattinata col botto! Su Juan Carlos che dire?! Non ho parole...solo parolacce. Il delirio di onnipotenza mischiato ad un "dopo di me il diluvio"...non ha fatto i conti con un figlio ed una nuora volitivi, testa bassa e pedalare per risollevare l'Istituzione dai disastri di quest'uomo. Avevo 11 anni ma ho nitida l'immagine di quest'uomo che parla in tv. In Spagna era successo sicuramente qualcosa di grave...
La mostra di Caprile deve essere qualcosa di meraviglioso, che abiti Signora mia!
Maxima "se la sente calla" come si dice a Bressanone...ma se a suo marito va bene cosi', pace. Sembra quasi che WA sia passato li' per caso
Tatiana e' per mio gusto, la migliore delle greche....ed infatti ora e' fuori dalla famiglia. Ho sempre una buona parola per tutti
grazie per gli spunti, come sempre.