Quello che lascia la finale di Wimbledon
Due principi immusoniti per la sconfitta del loro eroe e un re arrivato per sostenere il proprio connazionale, nel bene e nel male. Sullo sfondo, la fuga dei Principi del Galles da Wembley 2021.
#25/2025
Gossip Reale è una newsletter settimanale, che riporta novità, curiosità, storie del mondo royal. Per riceverla nella casella di posta elettronica, iscrivetevi cliccando il bottone che trovate in fondo agli articoli.
Oggi, parliamo della finale maschile del torneo di tennis più famoso del mondo, Wimbledon. Non è andata come sarebbe piaciuto ai principini del Galles e il loro atteggiamento immusonito ha fatto pensare a tante cose (no, non sono solo bambini, sono il futuro re e sua sorella), così come lo ha fatto la dignitosa eleganza di re Felipe nella sconfitta.
Buona lettura!
William e Felipe: quello che ci insegna la finale di Wimbledon
Finale maschile del torneo di tennis di Wimbledon: lo spagnolo Carlos Alcaraz, detentore del titolo e alla sua terza finale consecutiva, contro l'italiano Jannik Sinner, alla sua prima finale. La Principessa del Galles, che ha assistito da sola alla finale femminile, arriva accompagnata dal marito William e dai figli George e Charlotte, tifosi del tennista spagnolo. Accanto a loro c'è re Felipe VI di Spagna, tornato nel Regno Unito per sostenere Carlitos, come aveva fatto un paio di anni fa. Sappiamo come è andata la partita.
La finale è stata vinta da Jannik Sinner e i principi ci sono rimasti piuttosto male. Le immagini di George e Charlotte con le espressioni deluse, se non arrabbiate, non si contano; sono diventate virali sui social e nell'euforico web italiano hanno spinto a qualche presa in giro di troppo verso i due bambini. Anche William è apparso piuttosto deluso e chissà se per questo ha manifestato contenuto interesse nell'incontro con Jannik Sinner, già con il trofeo in mano. Un momento salvato da Kate: il neo-campione ha incontrato la famiglia dei Galles, ha firmato le palline da tennis che Charlotte e George avevano in mano, sperando forse di farsele firmare da Alcaraz, ha tentato di avviare una conversazione con loro (Giocate a tennis? Che racchette usate? Ricevendo monosillabi come risposte) e poi meno male che c'era la Principessa, che gli ha fatto qualche domanda gentile e ha seguito la conversazione, mentre il marito, con le solite mani incrociate sui gioielli, manifestava un vago interesse. Una scena che ha fatto pensare a tante cose, dall'educazione di un erede al trono di 11 anni in poi.
Soprattutto ha riportato alla mente la finale degli Europei di calcio, persa ai rigori dall'Inghilterra contro l'Italia. e alla fuga dei Principi del Galles dallo stadio, prima della premiazione dei vincitori. Con William e Kate c'erano George e Charlotte. E viene facile da pensare l'insegnamento che avranno tratto: quando il risultato non ti piace, vai via senza aspettare, senza preoccuparti di quello che ci si aspetta da te in quanto membro della Famiglia Reale e rappresentante del tuo Paese. E se proprio devi restare perché la mamma deve consegnare il premio, fa' pure l'espressione più delusa che ti viene in mente, perché è giusto che si sappia che non ti piace per niente quello che è successo.
A differenza di altri bambini royals, George e Charlotte non sono cresciuti sotto i riflettori, perché devono avere un'infanzia come quella di tutti i bambini. Una scelta imposta da William, memore di quanto sia stato esposto lui durante l'infanzia e quanto abbia sofferto per le prese in giro e le burle scolastiche nel periodo buio delle interviste tv di Carlo e Diana. È comprensibile che il Principe del Galles abbia voluto proteggere i suoi figli, non avendo avuto lui alcuna protezione dai suoi genitori. Per questo George e Charlotte si sono sempre visti in poche occasioni, a memoria un 3 o 4 all'anno, quasi sempre oscurati dalla vivacità del fratello minore Louis. Da quel poco che si è visto, si possono indovinare il carattere riservato (non mi piace mai parlare di timidezza) e un po' ombroso del futuro re e quello di maestrina perfezionista di Charlotte (no, non mi diverte una bambina che dice ai fratelli come devono comportarsi, compito che dovrebbe spettare esclusivamente ai genitori).
Aggiungo solo che George ha dimostrato una certa vivacità e un certo interesse quando ha partecipato a un ricevimento con i veterani, a maggio: vedere un ragazzino di 11 anni (ne compirà 12 nei prossimi giorni, il 22) interessato alle storie della Seconda Guerra Mondiale, che assentiva attento, sorrideva e poneva domande, è stato un sollievo e un piacere, pensando non solo al sostanziale disinteresse che hanno quasi sempre i giovanissimi per il passato ma anche a George, così diverso dall'immagine sempre annoiata e a disagio che lo accompagna. Chissà come cambierebbe la percezione del giovane principe, se venisse coinvolto più spesso in eventi che assecondino le sue curiosità e lo aiutino così ad amare il suo destino.
C'è un altro video che gira e che mi è stato mandato, sempre da Wimbledon. I Principi incontrano un ragazzino con una stampella e si intrattengono con lui, mentre George e Charlotte lo guardano con freddezza e distanza, senza alcuna empatia. Vero, non sono stati empatici. Ma i Windsor lo sono per cultura e formazione? Lo stesso Carlo lamentava in una sua biografia quanto i suoi genitori fossero stati sostanzialmente anaffettivi (sì, all'epoca raccontare la propria vita nella Famiglia Reale non suscitava reazioni indignate né spingeva a definire l'autore delle confidenze un "traditore" che deve scusarsi con la famiglia, il sole, la luna e le stelle; all'epoca gli squarci sulla Famiglia Reale aiutavano a capire meglio i meccanismi interni e le stesse personalità di principi e sovrani). Sono generazioni di persone non abituate a manifestare le proprie emozioni e a tenere conto di quelle degli altri. Quindi nessuna sorpresa nel gelo di George e Charlotte.
C'è di più, a occhio. George e Charlotte non sono stati preparati al sacrificio, allo spirito di servizio, alla dissimulazione delle emozioni che la cortesia richiederebbe quando si è in posizione molto in vista. Quando le cose non vanno come si vuole, si scappa via, non si rimane a sopportare stoicamente le emozioni negative né a dare supporto a chi ha bisogno di empatia. Lo abbiamo visto a Wembley, dopo la finale degli Europei. E lo vediamo tutte le volte che William evita di muoversi inventandosi tutte le scuse del mondo: la priorità alla famiglia, i voli inquinanti, la luce che non vuole togliere ai protagonisti degli eventi, e anche qui il sole, la luna, le stelle e pure le cavallette, se vogliamo, pur di non rispondere ai propri doveri. Questo è l'esempio con cui stanno crescendo George e Charlotte.
E mentre assistevano immusoniti alla premiazione di Sinner, accanto a loro c'era un re, che applaudiva allo sconfitto. Carlos Alcaraz ha ringraziato Felipe, per essere corso a sostenerlo. La Casa Reale spagnola ha diffuso poi le foto del sovrano e del tennista, che si stringono sorridenti la mano e che condividono la delusione del momento (devo dire che ho molto apprezzato i sorrisi con cui il tennista spagnolo ha mascherato il dispiacere durante la premiazione). Un re che non scappa, che è sostegno nel momento della sconfitta, che consola il dolore di chi ha perso, perché la funzione del Capo dello Stato è anche questa: non accorrere per fare la foto e partecipare ai trionfi, ma assistere chi soffre, portandogli l'affetto e la solidarietà dell'intero Paese. Felipe lo ha mostrato a Paiporta, quando si è preso i lanci di fango, senza abbandonare la posizione e anzi, riuscendo poi a stabilire un confronto con chi lo contestava.
E anche a Wimbledon ha mostrato la differenza tra chi ha il senso del dovere e del proprio ruolo e chi deve ancora lavorarci.
Pillolette
La stampa belga si è molto divertita alla scoperta della carriera "segreta" del principe Emmanuel, che con lo pseudonimo Vyntrix ha lanciato già due brani e ha un proprio canale su Spotify. La regina Mathilde si è precipitata a chiarire che si tratta di un "hobby tra amici". Vyntrix è un progetto che unisce Emmanuel al DJ, musicista e compositore francese, Louis-Elzéar de Monspey. Sembra che per questa sua passione il principe abbia chiesto consigli a un produttore belga e che lavori molto alla sua musica anche a Laeken. "Per fortuna, viviamo in una casa spaziosa" ha detto scherzosamente la regina al quotidiano Het Laatste Nieuws.
Il 12 novembre uscirà in Francia e in Spagna Reconciliación, l'autobiografia che re Juan Carlos ha scritto con la scrittrice francese Laurence Debray. Il sovrano emerito ripercorrerà la sua vita e darà la sua versione degli episodi più controversi perché non vuole che "la sua storia gli sia rubata". Non sarà il solo libro su di lui. A ottobre tornerà infatti nelle librerie El Rey, la biografia scritta da José Luis de Vilallonga con la collaborazione dello stesso Juan Carlos. Pubblicata negli anni 90, non è chiaro se la riedizione avrà novità e aggiornamenti. Un autunno di libri che porterà una certa agitazione alla Zarzuela: la Casa Reale seguirà da vicino, ma non commenterà.
Polemica nei Paesi Bassi per i viaggi della Famiglia Reale a spese dello Stato. Dopo la sessione fotografica estiva, re Willem Alexander e famiglia sono volati in Grecia, dove possiedono una villa e trascorrono le vacanze. L'aereo è tornato vuoto nei Paesi Bassi. Poi, in vista della cerimonia di laurea di Amalia, è tornato in Grecia per portare la famiglia nei Paesi Bassi. Subito dopo la cerimonia, again, volo per la Grecia e ritorno vuoto in patria. Senza considerare i danni all'ambiente dei voli privati, il re e la sua famiglia usano un aereo del Governo e non un volo privato. I costi di quest'andirivieni superano, secondo la stampa nederlandese, i 90mila euro, pagati ovviamente dai contribuenti.
Se la newsletter vi è piaciuta, condividetela con chi pensate possa essere interessato a leggerla. Così mi aiutate a farla conoscere anche a nuove persone, grazie!
Trovate Gossip Reale su:
Instagram www.instagram.com/gossipreale
Grazie per aver letto la newsletter, se non siete ancora iscritti e vi piacerebbe ricevere le prossime, ogni giovedì, cliccate il bottone!
Adoro 😍😍 Aspettavo un tuo commento su questa vicenda. Che William non è adatto al trono, lo sappiamo e lo abbiamo già detto e ridetto. Però non possiamo aspettarci tanto sinceramente neanche dai figli. È sempre la solita storia ( abbastanza imbarazzante) che si ripete. Questi bambini, vengono descritti come i più belli e i più perfetti tra tutti e i loro atteggiamenti vengono giustificati dai fan. Ma non c'è nessuno che gli fa notare i loro errori quando sono fuori? Considerando che si vedono poco e niente e quando gli vediamo, qualche volta fanno delle brutte figure. Ma poi William, quanti anni pensa di avere, 5? Estelle ha passato un po' di mesi ad assistere alle partite della sua squadra ed entrava ed usciva sorridente anche quando la sua squadra perdeva ed ha 13 anni. Ci sta la delusione ma fino ad un certo punto, soprattutto se sei il futuro della monarchia. Felipe è nato un Signore in tutto e meriterebbe tutto l'affetto e la stima di questo mondo, altro che William.
WA, con tutta la simpatia che provo per lui e il sovrano più furbo d'Europa ed ogni volta si impegna a dimostrarmelo 😂😂
Io penso che certe tradizioni debbano essere mantenute, altre invece cambiate. Ecco forse Beatrix, era meglio se stava sul trono e lo stesso discorso vale anche per Margrethe
Ho amato moltissimo. Tutto! Cosa aggiungere di mio per abbassare il livello? Come era la storia del chi ha il pane non ha i denti? I confronti sono sempre brutti soprattutto quelli impietosi. Ciascuno di noi ha pregi e difetti, questi ultimi credo sia difficile cancellarli, ma ci si puo' lavorare sopra, tentare di smussarli soprattutto quando si e' sotto la lente di ingrandimento dei media. Ma la sindrome del Marchese del Grillo e' viva e vegeta a tutte le latitudini.
ultimo ma non per importanza: Viva Sinner, che emozione gigantesca. Sapremo tutti, tra trent'anni dove eravamo e con chi questa domenica di luglio.