Tra Oriente e Occidente, il potere degli Aga Khan
La morte di Karim Aga Khan ha riportato d'attualità questa singolare figura di ricchissimo capo spirituale. Suo erede è il figlio Rahim: cosmopolita e brillante, ha finanziato gli Earthshot Prize
#6/2025
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Questa settimana, gli Aga Khan, capi spirituali degli ismailiti, che vivono tra Oriente e Occidente. Alla morte del carismatico Karim, il ruolo è passato a suo figlio, il principe Rahim, silenzioso, discreto e con ottime relazioni internazionali, sempre tra Oriente e Occidente.
Buona lettura!
Rahim, l’Aga Khan silenzioso che succede al carismatico Karim
In passato, il nuovo Aga Khan veniva fatto sedere sul piatto di una bilancia mentre sull'altro venivano versati oro e gioielli donati dalla comunità, fino a raggiungere il suo peso. E, con quell'enorme ricchezza, doveva vivere e garantire il benessere degli ismailiti, di cui era guida spirituale. Nel 1957, l'insediamento di Karim Aga Khan, avvenne a Dar es Salaam, in Tanzania, e richiamò oltre 30mila fedeli da tutto il mondo, con cortei, fuochi artificiali e feste. Karim avrebbe compiuto 21 anni un paio di mesi dopo, ma aveva già le idee chiare e aveva rifiutato di sedersi sulla bilancia, ricevendo in dono un anello, una collana, un mantello e un turbante con decorazioni d'oro. Suo figlio Rahim, appena insediatosi a Lisbona, non ha voluto neanche quello: cerimonia sobria e, come regalo noto, un preziosissimo manoscritto in arabo del XVI secolo, con decorazioni vegetali in oro.
L'improvvisa morte dell'88enne Karim Aga Khan ha riportato d'attualità questi leaders senza territorio, alla guida di una comunità di 15-20 milioni di persone, sparse soprattutto in Asia (India, Pakistan, Tagikistan, Afghanistan, Siria, Yemen) e con numerose presenze anche in Africa, Canada, Europa. Le origini dell'ismailismo, una corrente dell'Islam sciita, risalgono all'VIII secolo dopo Cristo. Nel 765, alla morte del sesto Imam, gli ismailiti scelsero come successore Ismail ibn Jafar, mentre la maggioranza degli sciiti sostenne il fratello minore Musa al-Kazim, da qui la separazione dei due rami, con tutte le vicissitudini seguenti che vorrebbero decine di articoli. I seguaci dell'Aga Khan sono soprattutto i Nizariti, in passato conosciuti in Occidente come la Setta degli Assassini: si fecero notare come spietati guerrieri ai tempi delle Crociate. Avete presente la figura leggendaria del Vecchio della Montagna che appare in tanti racconti e film su quel periodo? Era Hasan-i-Sabbah, il loro capo carismatico, diventato 'vecchio' nella traduzione dell'arabo shayk, che può significare sia vecchio che persona autorevole, capo. Passati i secoli e i poteri, i Nizariti riconoscono oggi nell'Aga Khan il loro imam, il capo spirituale, che veglia sul loro benessere e sulla loro sicurezza, nonostante da quattro generazioni abbia lasciato l'Asia e viva stabilmente in Occidente (nel conto delle generazioni, anche Aly Khan, il padre di Karim, nato a Torino e 'saltato' dal padre, che preferì lasciare la carica direttamente al nipote a causa della vita troppo disinvolta del figlio).
Karim, il 49° imam, era nato a Ginevra, cresciuto in Kenya e con studi d'inclinazione anglosassone. Ma in realtà è stato un cittadino del mondo, con relazioni internazionali molto invidiabili. Carismatico e discreto, è stato definito dal Corriere della Sera "una sorta di Gianni Agnelli, più aristocratico e con un tocco orientale". E probabilmente parte del suo fascino era proprio questo rapporto continuo tra Occidente e Oriente, di cui però non è stato mai sintesi. Come un rampante capitalista occidentale, Karim si inventava la Costa Smeralda, trasformando un angolo di Sardegna in un paradiso per ricchi, a cui attraccavano i più importanti yacht del mondo, con il loro carico di miliardari e bionde accompagnanti. Non mancava mai Juan Carlos di Spagna, uno dei suoi amici più intimi: conosciutisi in Svizzera, nel Collegio Le Rosey, non si sono mai persi di vista, sempre presenti nei migliori e nei peggiori momenti delle rispettive vite. Non era l'unica amicizia royal.
L'Aga Khan, appassionato proprietario di scuderie, ereditate dal nonno, non mancava mai alle corse di Ascot, accanto alla Famiglia Reale britannica. E, a proposito di queste scuderie ereditate in Francia, a Chantilly, è divertente come lui ne ha raccontato gli inizi: "Un giorno ci hanno detto che avevamo questo allevamento di cavalli. Né io né i miei fratelli [due, Amyn, dalla stessa madre, e Yasmin, figlia di Rita Hayworth] avevamo idea di cosa fosse un allevamento di cavalli, ho dovuto imparare tutto". E non è andata neanche male, considerati tutti i premi vinti (adesso a gestire gli affari milionari dei cavalli c'è la sua primogenita, la 54enne principessa Zahra). Ma, tornando al rapporto degli Aga Khan con la Famiglia Reale britannica: è antico, risale al XIX secolo, allo stesso periodo in cui lo Scià di Persia diede loro il titolo di Aga Khan (prima erano semplicemente gli imam degli ismailiti). Chi contesta il loro potere sostiene che siano diventati spaventosamente ricchi grazie all'aiuto che hanno dato ai britannici nella conquista dell'India. Fatto sta che se sono principi e Loro Altezze, gli Aga Khan lo devono ai sovrani britannici. E il legame è talmente stretto che per il Giubileo di Diamante di Karim, nel 2018, Elisabetta II ha offerto una cena nel Castello di Windsor.
Karim è stato uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio valutato, secondo le fonti, tra gli 8 e i 13 miliardi di dollari. In parte deriva dai versamenti degli ismailiti, fino al 10% dei loro guadagni (non vanno direttamente all'Aga Khan, ma servono alla cura dell'imamato); in parte dal suo enorme fiuto per gli affari. Della Costa Smeralda si è già detto, ma il New York Times nota come il suo portafoglio conti "partecipazioni che spaziano dalle compagnie aeree al settore immobiliare ai giornali". "In Kenya, il defunto Aga Khan è ricordato da alcuni come un pioniere che ha sostenuto la stampa moderna del paese negli anni '60, dopo la tumultuosa lotta per l'indipendenza. Ha fondato il Nation Media Group, che ha documentato da vicino il movimento per porre fine al colonialismo. Ora è uno dei più grandi organi di informazione privati nell'Africa orientale e centrale" scrive ancora il quotidiano.
Per lui non c'era contraddizione tra l'essere una guida spirituale e un uomo di grande ricchezza personale: "L'etica musulmana considera che se Dio ha dato la capacità o la buona fortuna di essere un individuo privilegiato nella società, tu hai una responsabilità morale verso la società" aveva spiegato in un'intervista. E, seguendo queste indicazioni, ha voluto l'Aga Khan Development Network (AKDN), con cui ha gestito sia l'imamato che le attività filantropiche. È stato forse il vero tentativo di far incontrare l'Oriente dei suoi antenati e l'Occidente in cui è cresciuto. Si tratta di una rete di agenzie di sviluppo attive in diversi campi come la salute, l'istruzione, l'edilizia, per promuovere soprattutto la lotta alla povertà, anche attraverso le pari opportunità. Attualmente è presente in una trentina di Paesi in tutto il mondo, ha 96mila dipendenti e gestisce ospedali, scuole, università. "Ha una visione coesa che si basa sull'Islam della misericordia, dell'elevazione e del pluralismo" ha detto al New York Times Eboo Patel, fondatore e presidente di Interfaith America, che ha studiato le istituzioni ismailite per il suo dottorato all'Università di Oxford.
Guida spirituale senza un territorio definito, Karim sapeva però esercitare la sua influenza politica: "Negli anni '70 ha convinto il primo ministro canadese Pierre Trudeau a permettere a migliaia di musulmani ismailiti di emigrare in Canada quando furono costretti a lasciare l'Uganda. Negli anni '90 ha promosso investimenti multimilionari nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni in Tagikistan, quando i suoi sostenitori sono rimasti coinvolti in una guerra civile contro il governo di Emomali Rahmon. Nel 2015 ha firmato un accordo storico con il Portogallo per fare di Lisbona il centro operativo del suo imamato. Ha acquistato due palazzi e nel 2018 ha celebrato i 60 anni del suo regno radunando 50.000 ismailiti. Secondo i dati ufficiali, le celebrazioni hanno portato 250 milioni di euro alla capitale portoghese" scrive il quotidiano spagnolo El País. E si può aggiungere che in Portogallo ha promesso investimenti e ritorni economici, in cambio delle esenzioni fiscali (questo problema che hanno sempre i ricchi a pagare le tasse...).
Sospeso tra Oriente e Occidente, si innamorava di signore europee molto belle e dall'intenso passato, ma poi pretendeva si convertissero all'Islam per sposarle. Una pagina musulmana e anti-ismailita, che ho letto in questi giorni, considera molto degenerati gli Aga Khan, perché hanno sposato ballerine, attrici e modelle, considerate non proprio gli esempi più morigerati per la modestia richiesta alle donne islamiche. All'ultima moglie, la tedesca Gabriele Thyssen, Karim ha chiarito le idee una volta: "Io comando, tu obbedisci". Se questa è stata la filosofia, si capisce perché i suoi due matrimoni non siano durati, nonostante i tre figli da Salima, la prima moglie britannica, e uno da Gabriele. Non è durato neanche il matrimonio del nuovo Aga Khan, il 53enne principe Rahim, secondogenito di Karim e Salima (pare che il padre avrebbe preferito Zahra come erede, ma purtroppo l'Islam non consente). Ha sposato la modella statunitense Kendra Spears, che per lui è diventata Salwa: più giovane di 17 anni, gli ha dato i figli Irfan, nel 2015, e Sinan, nel 2017. Sono stati insieme nove anni, poi hanno divorziato nel 2022; dal 2024, lei è tra le modelle di Next Management London, di nuovo con il suo nome statunitense.
Come suo padre, Rahim ha avuto un'educazione cosmopolita, si è laureato in Letteratura comparata nella Brown University, negli Stati Uniti, e dopo qualche anno un po' hippy sulla costa californiana, ha ripreso gli studi specializzandosi nella IESE Business School di Barcellona. Ha imparato l'urdu, una delle principali lingue degli ismailiti, e ha iniziato a muoversi anche lui tra Oriente e Occidente, rivelandosi un erede piuttosto brillante. Dal 2006 lavora per l'AKDN e da una parte ha promosso le università dell'Aga Khan e i loro studi islamici, dall'altro ha coltivato le proprie relazioni e inquietudini personali, presente a summit internazionali su architettura e cambio climatico. È uno dei principali finanziatori degli Earthshot Prize, i premi dedicati all'ambiente e alla lotta al cambio climatico fortemente voluti dal Principe del Galles.
Cristina di Spagna è una delle sue dipendenti, a Ginevra, il Principe del Galles è uno dei royals con cui condivide interessi e obiettivi. Certe relazioni non si perdono mai.
Frase della settimana
"Voglio proporre un brindisi all'eterna cultura italiana del buon cibo, così amata nel Regno Unito e ovunque nel mondo".
(il brindisi in italiano di re Carlo III del Regno Unito, durante una serata in omaggio a Slow Food, nella sua residenza di Highgrove)
Pillolette
Che l'Aga Khan fosse uno dei migliori amici di Juan Carlos era cosa nota, che in nome di quest'amicizia avesse aiutato l'Infanta Cristina a stabilirsi in Svizzera, durante lo scandalo Noos, idem. Ma adesso Pilar Eyre rivela i dettagli. Quando il marito Iñaki ha perso il lavoro, l'Infanta si è trovata a essere l'unico sostegno economico della sua famiglia, solo che il suo stipendio da 200mila euro annuali alla Caixa non era sufficiente a mantenere il livello di vita a cui erano abituati. Così Juan Carlos l'ha messa in contatto con Karim, che le ha proposto di lavorare per l'Aga Khan Development Network, a Ginevra, in Svizzera. "Con 400mila euro all'anno ce la fai?" le ha chiesto e su quella cifra si sono accordati. Cristina si è trasferita in Svizzera, dove ha ancora la residenza, nonostante i suoi figli siano ormai lontani per i loro studi e nonostante sia sempre più spesso in Spagna. Che continui a lavorare o meno per l'Aga Khan non è cosa nota, però è stato molto notato, sottolinea Pilar, come abbia preferito andare alle seconde nozze del cugino Nikolaos, in Grecia, e non al funerale di Karim.
Momento di paura, per Mathilde dei Belgi, durante il viaggio che da Amsterdam l'ha portata in Costa Rica, dove ha visitato diversi progetti realizzati dall'UNICEF, in qualità di presidente onoraria della sezione belga del Fondo. Secondo quanto riportato dal quotidiano belga Het Laatste Nieuws, il parabrezza dell'aereo di linea KLM su cui viaggiava la regina si è incrinato durante il volo. L'incidente è stato confermato dalla compagnia aerea nederlandese, che ha anche voluto specificare che "la sicurezza dei passeggeri e dell'equipaggio non è stata messa a rischio". Fatto sta che dall'aereo hanno chiesto e ottenuto l'atterraggio prioritario nell'aeroporto di San José, la capitale della Costa Rica. Il corrispondente reale del quotidiano belga Wim Dehandschutter, a bordo dell'aereo per seguire Mathilde, ha commentato che "come passeggeri non ci siamo accorti di nulla e non abbiamo ricevuto alcun avviso né durante il volo né all’atterraggio. Siamo partiti da Schiphol con 20 minuti di ritardo, durante il volo c'è stata turbolenza e l'atterraggio è stato piuttosto brusco, ma niente di preoccupante".
Re Juan Carlos di Spagna può tirare un sospiro di sollievo: Felipe Juan Froilán, il primogenito dell'Infanta Elena, che vive ad Abu Dhabi come lui, ha finalmente trovato lavoro. Terminato il vertice climatico, a cui aveva lavorato con entusiasmo, è stato per qualche mese disoccupato, ma senza intenzione di tornare in Spagna. Il nonno ha mosso tutte le sue influenze, lui ha continuato a cercare e Vanitatis ha rivelato in esclusiva che finalmente il lavoro è arrivato. Non rivela l'azienda che lo ha assunto, per mantenere la privacy che il giovanotto difende ad Abu Dhabi, ma spiega che è in linea con la sua preparazione e le sue aspirazioni: marketing e relazioni pubbliche. Felipe si è anche messo a studiare per un master a distanza, per continuare a prepararsi al meglio. Lontano da Madrid, sembra aver scelto uno stile di vita meno selvaggio. "Se solo lo conosceste non parlereste male di lui, è un ragazzo fantastico" ha detto recentemente la sorella Victoria Federica. Indipendenza economica raggiunta, ma non troppo: Felipe è stato assunto come junior e quindi per ora condivide l'appartamento con un amico. Un passo alla volta.
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