Principesse cadette inquiete. Mette Marit e la sua malattia
Alexia dei Paesi Bassi, Isabella di Danimarca o Sofia di Spagna? I diversi modi di essere seconda nella linea di successione nel XXI secolo. A Oslo Mette Marit racconta le assenze dovute alla malattia
#19/2024
Una newsletter tutta al femminile questa settimana. Si parla di principesse cadette e del loro posto; c'è chi l'ha trovato, come Sofia di Spagna, e chi si muove un po' troppo sopra le righe, come Alexia dei Paesi Bassi o Isabella di Danimarca. È solo l'adolescenza?
E si va poi a Oslo, per ascoltare Mette Marit, che racconta come la fibrosi polmonare le limiti vita e agenda (l'ultima volta, durante la visita ufficiale di Frederik e Mary di Danimarca).
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Le principesse cadette e il loro posto da trovare
Due immagini a distanza di pochi giorni. A Emmen, nei Paesi Bassi si festeggia il Koningsdag, alla presenza della Famiglia Reale, e a un certo punto la secondogenita del sovrano, Alexia, già impegnata ad attirare su di sé l'attenzione dei presenti con faccette e pose da modella, si gioca il tutto per tutto: si toglie il soprabito per mostrare il vestito bianco senza maniche e dallo spacco profondo. A Madrid, nei Giardini di Palazzo Reale, Felipe e Letizia festeggiano i vent'anni di matrimonio con una sessione fotografica in cui le figlie Leonor e Sofia si prendono a braccetto e non si risparmiano gesti affettuosi, come sempre. Una principessa cadetta che fatica a trovare il proprio posto e una che l'ha sempre avuto chiaro.
Alexia e Sofia, un’infanzia come quella di tutte le bambine
Alexia vuole la pubblica attenzione e e si prende la scena persino nelle foto istituzionali di famiglia: nella composizione fotografica ha una posizione preminente, che lascia spesso in secondo piano la sorella maggiore. Sofia occupa il suo posto di cadetta in qualunque foto (anche perché l'attività preferita di Felipe e Letizia davanti ai fotografi è indicare a ognuno dei presenti dove deve mettersi in posa secondo il protocollo e non si scappa). Ma a vedere il diverso comportamento delle due eredi delle eredi, viene da chiedersi cosa sia successo. Entrambe sono figlie della filosofia "un'infanzia come quella di tutti gli altri bambini". Willem Alexander e Máxima hanno protetto i primi anni di Amalia, Alexia e Ariane tanto che c'è una legge che impedisce di fotografarle fuori dagli ambiti pubblici e istituzionali fino alla loro maggiore età. Per le loro tre figlie, un'educazione molto simile, anzi, forse migliore per Alexia e Ariane, mandate per due anni all'estero a terminare i loro studi superiori, nei Collegi del Mondo Unito, una nel Galles e l'altra in Italia, mentre Amalia, l'erede al trono, non ha mai studiato fuori dai patri confini. Idem in Spagna, dove Felipe e Letizia hanno garantito a entrambe le figlie la stessa educazione: il Colegio Santa María de los Rosales, già frequentato dal re, e poi anche loro nel Collegio del Mondo Unito del Galles, per terminare il biennio delle superiori.
Rivalità tra figli dello stesso sesso
Willem Alexander e Felipe sono gli unici sovrani ad avere tutti i figli dello stesso sesso: tutte femmine (ok, nel Lussemburgo c'è Guillaume, che ha Charles e François, ma sono decisamente piccoli per ragionarci su). Se ci pensiamo, nelle generazioni precedenti i problemi di convivenza sono nati tra fratelli vicini d'età e dello stesso sesso: Frederik e Joachim di Danimarca prima e William e Harry nel Regno Unito poi. E non si può fare riferimento a una figura materna lontana o assente: Beatrice dei Paesi Bassi è stata regina e madre di tre figli maschi che hanno convissuto armoniosamente e si sono sposati con borghesi integratesi nella famiglia senza perdere la propria personalità (Máxima, Laurentien e Mabel, non proprio ragazze remissive). In Spagna, le figlie dei sovrani sembrano andare d'accordo, si cercano con lo sguardo, commentano le cose che vedono con sorrisi d'intesa, l'immagine migliore della complicità tra sorelle. Non succede così nei Paesi Bassi, dove le tre principesse non solo appaiono poco in pubblico, ma non hanno tra di loro l'interazione affettuosa che si vede invece con i genitori. Educazione, personalità, diverse reazioni all'esposizione pubblica? Probabile. Come è anche probabile un diverso controllo familiare: Sofia è cresciuta sapendo che per lei c'era lo stesso affetto dei genitori, ma un destino diverso rispetto a quello di Leonor; nei Paesi Bassi, non devono aver prestato attenzione all'ansia di apparire che Alexia ha sempre mostrato, sottovalutandola.
Convivenza tra fratelli di sesso diverso
E, guardando alle famiglie più numerose, o che comunque contano su figli di entrambi i sessi, non sembrano esserci rivalità di particolare rilevanza. In Belgio Elisabeth ha espressioni di un nanosecondo che fanno capire quanto ci tenga a essere la Duchessa di Brabante, ma Gabriel ed Emmanuel non sembrano soffrire per venire dopo di lei, mentre Eleonore, che potrebbe toglierle lo scettro di più bella del Reame, ha un comportamento sobrio e riservato. In Norvegia, la convivenza tra Ingrid Alexandra e Sverre Magnus è armoniosa quanto lo è stata quella tra Martha Louise e Haakon (prima che lei iniziasse a parlare con gli angeli, chiaramente). Estelle e Oscar di Svezia sono decisamente troppo piccoli per capire le loro dinamiche, ma sembra chiaro che la futura regina ami già il proprio ruolo e che il piccolo principe non ne sia affatto disturbato.
Il caso Danimarca: Isabella e Josephine
Poi c'è il caso Danimarca, dove Isabella e Josephine, 17 e 13 anni, non si sentono in competizione con il principe ereditario Christian, ma sembrano apprezzare oltre ogni misura le attenzioni dei media. Sin dalla cerimonia della sua Cresima, in cui indossava un tailleur pantalone bianco di sua madre ed è apparsa come una jeune fille consapevole di sé, Isabella ha iniziato a usare espressioni e atteggiamenti da aspirante starlette, una sorta di Alexia del Nord. Non fosse stato sufficiente, nelle ultime apparizioni, Josephine ha iniziato a rubarle protagonismo, prima con il broncio sul balcone dell'insediamento di suo padre, quindi con trucco esagerato per correre la Royal Run, pochi giorni fa. Che succede dunque? Sembra siamo davanti a due adolescenti che amano stare al centro della scena e che non hanno molto chiara la differenza tra essere principesse, ovvero figlie del re, e aspirare a essere divine dei social. E sembra non ci sia nessuno interessato a spiegarglielo, forse perché in Danimarca va bene così.
L’età e i social, la regalità e la frivolezza
Nei Paesi Bassi è una fortuna che Amalia non sia una Leonor o una Elisabeth, ovvero future regine che stanno bene nei propri panni e sanno occupare la scena, perché altrimenti gli atteggiamenti sopra le righe di Alexia sarebbero state un problema. E in questi atteggiamenti ci sono da considerare anche l'età e i social, la consapevolezza del privilegio e la voglia di goderselo senza pensarci. L'eco mediatica di questi anni è più prorompente di quando Caroline di Monaco occupava tutte le copertine. Qualche decennio fa l'informazione andava cercata e comprata in edicola, adesso basta uno smartphone. E mentre la monegasca non ha mai cercato l'attenzione dei media e del pubblico, ricorrendo anche a denunce continue per violazione della privacy, le due principesse danesi e la principessa nederlandese sembrano goderne, encantadas de conocerse, come si direbbe in spagnolo.
Rientreranno, o le faranno rientrare, nei ranghi? Lo scopriremo vivendo, as usual, ma certo le immagini che offrono adesso non sono le più adatte al loro ruolo e sono piuttosto frivole. Come se della loro posizione privilegiata apprezzassero non tanto lo spirito di servizio che dovrebbe accompagnarla, ma soprattutto l'opportunità di mettere bei vestitini, farsi tanti selfie con illustri sconosciuti, che poi finiscono sui social e prendono tanti like. Non esattamente la funzione principale di una principessa cadetta. Sebbene adolescente.
Citazione della settimana
"Intorno a lei, hanno cessato la convivenza matrimoniale le cognate Elena e Cristina e anche i suoceri. È caduto Iñaki Urdangarin. Ma lei, nonostante tutti i cronisti che avevano previsto il contrario, è ancora in piedi e con la corona in testa".
(Ana Pantaleoni su El País, a proposito della regina Letizia e dei suoi vent'anni di matrimonio con re Felipe VI di Spagna)
Mette Marit e i progressi della sua malattia
Seconda giornata del viaggio ufficiale di re Frederik X e della regina Mary di Danimarca in Norvegia. Il programma prevede una passeggiata lungo le rive dell'area portuale di Oslo, trasformata in un esempio di architettura sostenibile in cui si alternano spazi culturali e viste magnifiche. Con i sovrani danesi, la regina Sonja e i principi ereditari Haakon e Mette Marit. Tutto procede bene, dati gli ottimi rapporti tra ospiti e anfitrioni. Poi, a un certo punto, la principessa norvegese sparisce.
Il forfait di Mette Marit, a causa della fibrosi polmonare
La Casa Reale norvegese ha fatto poi sapere che Mette Marit è stata costretta a ritirarsi dalla sua malattia, una fibrosi polmonare diagnosticatale nel 2018 e che continua piano piano ad avanzare, complicandole la gestione della vita pubblica. Tante volte la principessa ha dovuto rinunciare ai suoi impegni o ridimensionare le sue apparizioni. L'anno scorso, per i 50 anni compiuti da entrambi, Haakon e Mette Marit avrebbero dovuto viaggiare in diverse province del Paese, ma a Træna, nella Norvegia settentrionale, il principe è andato da solo. E la principessa ha dato forfait anche al viaggio in Germania, partecipando solo nella tappa a Berlino.
La difficile convivenza con la malattia
Delle crescenti difficoltà, la coppia ha parlato in un documentario trasmesso dalla norvegese TV2 in occasione dei loro 50 anni. "Mi sono sempre considerata forte, sono sempre uscita molto ed ero quella che camminava più velocemente. Sono sempre stata attiva" ha detto Mette Marit "Ma poi ho iniziato a stare male e qualche anno fa mi hanno detto che si trattava di una malattia polmonare cronica. È progressiva e non sta migliorando. Non sappiamo come sta andando il nuovo farmaco, ma in questo periodo mi sento bene". Quando le è stata diagnosticata la malattia, il professor Kristian Bjøro del Rikshospitalet ha detto che "la principessa ereditaria dovrà sottoporsi in futuro ad ulteriori indagini e anche a sperimentazioni terapeutiche. Date le sue condizioni, è normale per noi collaborare con ambiti esteri".
Mette Marit, la vulnerabilità e le limitazioni
Sia Mette Marit che Haakon non parlano volentieri della malattia, a entrambi vengono gli occhi lucidi. "Ti senti vulnerabile quando non riesci a fare tutte le cose che vuoi" ha commentato la principessa nel documentario. E marito e moglie hanno scherzato sulla pazienza che ci vuole, su chi è più paziente tra i due, quando la malattia limita le possibilità di lei. Il principe però ha una buona filosofia di vita, come avevamo già visto in questa newsletter. "Rimani senza fiato e cose del genere, ma ci sono ancora molte cose che puoi fare, nella serie di limitazioni che impone la malattia" sostiene, rivolgendosi alla moglie. Un atteggiamento fiducioso, che prende atto dei cambiamenti in corso, ma che non si fa abbattere, perché ci sono ancora tante cose da fare insieme.
L’imbarazzo della principessa
Mette Marit invece parla di come il progresso della malattia l'abbia cambiata: "Ho sviluppato la paura di camminare in salita e mi sento molto in imbarazzo quando respiro pesantemente, per esempio nei microfoni. Sono cose che mi stressano molto. La malattia ha cambiato il mio modo di vivere la vita, adesso cerco di prendere le cose con calma". E Haakon spiega come dopo la diagnosi sia cambiata la vita di tutta la famiglia, per adattarsi alla nuova realtà di Mette Marit.
La Norvegia preparata alle assenze
La principessa non ama parlare dei limiti che deve affrontare. A Oslo è sparita per un pomeriggio, probabilmente per riposare e prepararsi poi alla serata in barca che avrebbe concluso la visita di Frederik e Mary. La Casa Reale ha voluto spiegare cosa fosse successo, per una questione di trasparenza e perché ha sempre informato sulla salute della futura regina. Ma la Norvegia è preparata alle assenze della sua principessa ereditaria e l'accompagna con affettuosa sobrietà in questo percorso di sperimentazioni terapeutiche e di difficoltà fisiche. Se è vero che i principi non parlano volentieri di quello che stanno vivendo, per ovvie ragioni, commozione compresa, è anche vero che non nascondo la malattia e i suoi progressi, affinché chi si trova nelle stesse condizioni di Mette Marit si senta meno solo.
Il rispetto e l'ammirazione per Haakon e Mette Marit, forse la meno probabile delle coppie che si sono sposate all'inizio del secolo, crescono tutte le volte che si parla della fibrosi polmonare.
P.S.
Mi trovate anche su cosedispagna, newsletter dedicata alla Spagna, alla sua cultura e alla sua attualità, che ho ripreso dopo circa un anno. Non so se riuscirò a mantenere la cadenza settimanale, ma avevo molta voglia di riprendere in mano le cose di Spagna, per l'appunto.
Esce di lunedì e l'ultimo articolo pubblicato riguarda un po' anche Gossip Reale perché è dedicato al brand di gioielli minimal e chic Bárbara Goenaga. Fondato dall'attrice basca Bárbara Goenaga, è molto apprezzato dalla regina Letizia, che gli ha dato nuova visibilità indossando ben tre modelli di orecchini negli ultimi giorni. Lo leggete qui: Bárbara Goenaga, l'attrice che disegna i gioielli della regina
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Eccoti qua! Che piacere leggerti. Ovviamente Mette Merit e suo marito hanno tutta la mia ammirazione. La malattia non guarda in faccia nessuno, e' democratica. Riuscire per quanto possibile a conviverci ,in questo caso, e' quello che possono e devono fare. Il fatto di non nasconderlo lo trovo semplicemente "perfetto". Non so se e' una questione ambientale e/o di abitudini. Non bisogna vergognarsene, non va vissuta come una colpa. Capisco anche che si entra in sfere talmente intime che preferisco fermarmi qui. Sulle giovani ragazze, le seconde linee che dire...vediamo come evolve. Anche io per carattere tendo ad apprezzare le Sofie e le Eleonoire...ma poi mi lascio sempre sorprendere dalla vita...puo' essere che "le scapestrate" maturando saranno migliori delle "perfette". Le pecore nere hanno sempre il loro fascino. Grazie sempre per gli spunti e l' opportunita'di dire la mia
Eccomi, appena iscritta. Ma è in inglese questa app? Riguardo le tue newsletter, le adoro!!! La malattia di Mette Marit è irreversibile?